Ciò a cui stiamo assistendo in queste ore è drammatico; in tutt’Italia, certamente, ma in modo tragicamente esemplare a Roma, cuore della cattolicità. Uno scenario tanto più sconcertante quanto più in gioco non c’è solamente la salute pubblica ma la salvezza delle anime, quella eterna, del cui desiderio da tempo ormai, come pastori, abbiamo cessato di infiammare i nostri fedeli. Li abbiamo così deprivati di quei doni soprannaturali che ci rendono capaci di far fronte alle prove di quaggiù, persino agli assalti della morte, con la forza della fede e con quel sussulto di inesauribile e incrollabile speranza che ci deriva dall’anelito verso il destino di gloria per il quale siamo stati creati.
I pronunciamenti della Cei e quelli ondivaghi del cardinale vicario di Roma, come pure le immagini surreali e spettrali che ci provengono dal Vaticano, sono altrettante espressioni dell’oscuramento della fede, che ha colpito i vertici della Chiesa. I Ministri del Sole, come amava chiamarli santa Caterina da Siena, ne hanno provocato l’eclisse, consegnando il gregge alla caligine di dense tenebre.