mercoledì 9 febbraio 2011

"I cristiani e lo yoga" di M. Basilea Schlink

Questo articolo di M. Basilea Schlink analizza lo Yoga da una prospettiva biblica.


Lo yoga si trova oggi in misura crescente al centro dell’interesse dei nostri paesi occidentali, lodato da molti come la soluzione nel deserto spirituale e religioso, che si estende come conseguenza del razionalismo, materialismo e ateismo. Ma la sua origine è in India, e trae le sue radici dall’induismo. Yoga non è un concetto unitario, ma nelle sue forme si presenta come una tavolozza multicolore di metodi e di esercizi, una pratica di vivere fino a raggiungere finalità religiose e spirituali. A questa immagine cangiante corrisponde anche la comunità yoga, che oggi nell’occidente è composta da persone di tutte le età e classi sociali, interessate per motivi molto diversi. Nella sola Germania occidentale vi sono attualmente 100’000 praticanti.

Fra le diverse scuole di yoga ve n’è una, la meditazione trascendentale, chiamata "scienza dell’intelligenza creatrice". In origine era una derivazione del Mantra-Yoga magico; questo movimento ha avuto un’impronta speciale per la sua diffusione tra gli occidentali. Nel 1974 il numero degli aderenti occidentali era di mezzo milione. Il fondatore e capo, Maharishi Mahesh Yogi, che dal 1960 viaggiava per gli Stati Uniti, l'Inghilterra, la Germania, sin dal 1972 presenta come finalità del movimento un piano mondiale: partendo da 3’600 centri, uno per ogni milione della popolazione mondiale di quel tempo, la meditazione trascendentale, che è la "scienza della intelligenza creatrice", dovrebbe essere diffusa come una valanga nel senso che ciascuno, una volta ammesso alla meditazione trascendentale, deve comunicarla ad altri.
Lo yoga, nelle sue diverse forme, è presente spesso anche nei circoli cristiani. È significativo però, come amici indiani ci hanno detto, che nell’India odierna esso ha un ruolo di poca importanza. Proprio in India gli uomini hanno riconosciuto spesso che lo yoga non dà loro quello che desiderano nel momento della disperazione. I cristiani indiani rifiutano fermamente una combinazione di yoga e cristianesimo. Il fatto che questa dottrina in occidente metta radici, ci dice che proprio l’occidente si trova nell’allontanamento della fede e nella ribellione contro Cristo, quindi questa è una manifestazione del suo carattere anticristiano.

Che cosa è lo yoga?
Secondo l’induismo lo yoga è un insieme di metodi che, con l’aiuto dell’ascesi, di esercizi fisici, di tecniche di respirazione e di meditazione, dovrebbe liberare l’anima umana di tutto il suo peso materiale e terreno. Questa liberazione tanto ricercata ha un doppio significato: non è intesa soltanto per l’esistenza presente dell’uomo che pratica lo yoga, ma soprattutto per il ciclo delle reincarnazioni. Secondo l’antica concezione induista a dipendenza del suo "Karma", l’anima impura dell’uomo deve rientrare sempre in un seno materno e nascere di nuovo. Soltanto quando riesce per propria forza a purificarsi, raggiunge la redenzione e con questa la liberazione da nuove reincarnazioni. La redenzione induista significa anche che l’anima individuale (Atman) è alla fine identica all’anima cosmica (Brahman). Nello yoga indiano c’è la concezione che ogni anima, nella sua natura e sostanza, è unita nel suo profondo alla divinità. Qui sta la tentazione segreta dello yoga: esso insegna che l’uomo è Dio.

Nello yoga l'uomo non è l’immagine di Dio danneggiata dal peccato originale, ma è Dio stesso.
Le diverse scuole di yoga si distinguono per il loro metodo. Lo Hatha-Yoga dà molta importanza alle tecniche propriamente corporali, per esempio alla purificazione dello stomaco e degli intestini, a certe posizioni (Asanas), a tecniche respiratorie (Pranayama). In queste ultime si tratta principalmente di rallentare arbitrariamente o volutamente il respiro, e questo effettua nell’esperienza un rallentamento del pensiero, uno svuotamento artificiale della coscienza.
Altre scuole preferiscono tecniche meditative, per esempio il Mantra-Yoga, che lavora con la ripetizione dei mantra, ad alta e bassa voce o nel silenzio. Questi mantra sono formule magiche che spesso non hanno un significato linguistico o grammaticale, come per esempio il mantra "OM". Essi dovrebbero esprimere immediatamente forze primitive divine o cosmiche, per esempio gli dei Vishnu, Shiva o l’anima cosmica Brahman. Mediante la ripetizione incessante di tali formule, gli indù pensano di identificarsi con le potenze rappresentate in queste formule medesime. L’uomo perciò non si presenta umile davanti al suo Creatore, ma tenta attraverso i mantra di realizzare una sua latente identità divina, che in ultima analisi è pagana.
La maggioranza delle scuole di yoga nell’occidente sono sotto l’influsso dell’Hatha-Yoga. Gli esercizi insegnati in questa scuola dovrebbero fortificare principalmente il corpo, mantenere elastiche le articolazioni, disintossicare gli organi, tranquillizzare i nervi e così aiutare gli uomini a condurre una vita armonica per riuscire meglio ad affrontare lo stress quotidiano.
Spesso si introducono i bambini ai corsi di yoga. Nelle scuole occidentali di yoga raramente si parla della liberazione dell’anima dal ciclo delle reincarnazioni, ma piuttosto del successo nel mondo. Questa trasformazione del significato di yoga nell’occidente porta con sé un giudizio errato, sembra che si tratti soltanto di un esercizio fisico. Il principiante sente a volte alcuni effetti positivi di leggerezza, perciò è in grado di sopportare meglio certe situazioni di stress.
Queste esperienze iniziali, spesso soltanto apparentemente positive, inducono molti uomini ad occuparsi più da vicino dello yoga, a penetrarne più profondamente la sua dottrina. Ecco perché molti ne sono sedotti e cadono nell’inganno.
Gli esercizi fisici però sono difficilmente separabili dagli aspetti spirituali. Anche lo spirito dell’uomo vi si trova inserito. Come veri iniziatori, dietro le quinte ci sono dei maestri di yoga (yogi) formati nello yoga dell’induismo indiano e che hanno un piano preordinato per condurre gli allievi alla meta dello yoga indiano. Perciò il cammino iniziale di esercizi fisici, respiratori e di rilassamento, conduce ad ulteriori esercizi di conoscenza di se stessi, di tecniche di dominio dello spirito e dell’anima.
Con questo abbiamo risposto alla questione discussa, e cioè che il metodo yoga non si può separare dall’induismo. Quello che viene praticato nei paesi occidentali non è soltanto una ginnastica che favorisce la salute; chi pensa cosi è vittima di un inganno, poiché in ultimo questi esercizi non sono separabili, come è stato detto tante volte, dalle concezioni speciali dell’induismo e del suo mondo spirituale occulto. I fautori dello yoga dicono questo apertamente.
Apparentemente lo Hatha-Yoga è innocuo e non religioso; con esso si cerca di essere coscienti delle proprie capacità fisiche grazie agli esercizi nei corsi di ginnastica. Questa forma di yoga è una preparazione per il "cammino regale" del "Raja-Yoga". Certi aspetti del pensiero induistico devono essere accettati anche nello Hatha-Yoga. Gli esercizi apparentemente di pura ginnastica sono orientati spiritualmente e hanno effetti spirituali. Questo si manifesta attraverso i suoi nomi come "sede del perfetto", "la posizione eroica", "la sede del Loto", eccetera.
In questi esercizi, non solo le membra sono attivate, ma vi sono anche effetti sugli organi interni e sulle ghiandole e su certi centri nervosi.

Quali sono gli scopi dello yoga?
Se anche le singole scuole hanno le loro dottrine specifiche, nello yoga classico si tratta del tema principale che è scoprire se stesso, quella parte essenziale, pura e divina in sé: il Dio nell’uomo.
Secondo la dottrina fondamentale dello yoga, si afferma che la natura – specialmente la natura umana – è buona nel suo intimo. Tutti i maestri di yoga credono in se stessi, nel senso di essere Dio o parte della divinità.
La conseguenza è che i maestri (Guru) che presentano questa dottrina hanno un’influenza immensa, come possiamo constatare nel mondo occidentale. Essi sono accettati come divinità personificate e approfittano di questa loro autorità, e ci si inchina perfino davanti ai piedi di un ragazzo di 17 anni.

L’io divino dell’uomo è quasi sempre imprigionato e in attesa di essere liberato. Su quale via si trova il Dio in sé mediante lo yoga?
La via da seguire è lo svuotarsi interamente di se stessi, con l’aiuto di esercizi fisici, per aprirsi alle potenze cosmiche che agiscono nell’universo. Mediante questo, l’uomo si potrà unire alla fonte dell’energia presente in tutto l’universo, per esempio nell’aria, nell’acqua e nell’alimentazione. Così l’uomo diventerà Dio, cioè si eleverà allo stato originario, senza macchia, innocente, per diventare un superuomo. Con questo l’uomo riesce – così si dice – a raggiungere la meta desiderata: la felicità, la piena armonia, il supremo stato della coscienza che conduce all’essere divino.
Nella sua essenza lo yoga è dunque una forma di autoredenzione! Ma che cosa accade in realtà? Se l’anima individuale tende a liberarsi dalla supposta prigione – coltivando in ciò un fine serio e apparentemente buono – in verità promuove l’io peccaminoso e di conseguenza l’egoismo. Infatti l’allievo yoga si occupa costantemente di se stesso, i suoi pensieri girano sempre attorno alla sua persona e diventa ogni volta più incapace di vivere in comunità.
Così alla fine questa sedicente autoredenzione porta ad una conclusione ingannatrice. Anche se questo fine si realizzasse mediante le forze dell’universo che pervadono l’uomo, non si deve dimenticare il fatto che non esistono forze neutre, come alcuni pensano, nemmeno nello yoga.
Dietro a ogni forza invadente c’è piuttosto un essere o una personalità spirituale. Ed ora ci si domanda: quale essere? Quale divinità?
Gesù afferma di essere il Figlio di Dio che viene dall’alto. Ma esiste anche l’avversario di Dio, un anti-Dio poderoso che viene dal basso (Giovanni 8:23), anche questo può entrare nell’uomo e conferirgli determinate capacità.
Chiediamoci ora da dove vengono queste forze dello yoga induista che si introducono nell’allievo yoga, e con il quale si uniscono quando hanno raggiunto lo scopo dell’esercizio yoga, per trasformare un uomo in un semidio o in un superuomo?
Come già detto, nello yoga ultimamente sono accettate le forze dell’anima cosmica induista del Brahman. Né può essere diversamente, perché gli yogi vivono nella tradizione induista. Credono da una parte in se stessi come Dio e dall’altra hanno ancora diverse divinità personali come Krishna, Shiva.
Gli allievi yoga devono mettersi in comunicazione con queste divinità e sono inevitabilmente indotti ad accettarle. Questo però significa che c’è una relazione con un essere demoniaco, perché l’apostolo Paolo, quando parla dei sacrifici pagani, afferma: "I pagani offrono sacrifici a entità demoniache e non a Dio" (1 Corinzi 10:20).
Colui che coltiva intensamente lo yoga finirà – a causa del mondo occulto che si cela dietro la pratica dello yoga – inevitabilmente e spesso inconsciamente sotto l’influenza di Satana. Attraverso l’influsso delle forze dell’universo che non sono altro che forze di dei pagani, l’uomo si espone al pericolo di cadere sotto la potenza degli inferi, anche se crede di praticare dello "yoga cristiano". E finalmente l’allievo yoga passa dal regno di Gesù, il regno della luce, al regno delle tenebre, cosa che si percepisce per lo più quando è troppo tardi. Questo passaggio, così decisivo per l’eternità, dal regno di Gesù al regno del demonio, si realizzerà a causa della sorgente spirituale dello yoga.
Il fatto che nello yoga si tratta di forze soprannaturali è dimostrato dai mantra, dei quali abbiamo parlato. La meditazione trascendentale del Maharishi Mahesh Yogi, che è largamente diffusa, agisce principalmente con questi mantra. Il Maharishi dice ai suoi allievi che i suoi mantra sono di origine indù, però non dice loro nulla sulle potenze, cioè sulle divinità induiste che si identificano in queste forze. Negli scritti dei suoi adepti si afferma il contrario, cioè che in questi mantra si tratta soltanto di "vibrazioni fisiche". Queste dichiarazioni servono a velare la realtà. In questo modo una tecnica magica religiosa di origine pagana viene interpretata come una "scienza della intelligenza creatrice". Il principiante non percepisce che l’accettazione in questa comunità equivale ad aver fede nella tradizione induista.
Ernesto Gogler, un indiologo di Basilea, nel settembre 1974 ha scritto sul "Kirchenboten" un articolo nel quale faceva le seguenti osservazioni sui mantra: "L’occultamento dei mantra davanti al pubblico e ai principianti e il nascondere le potenze che stanno dietro ad essi, confermano il fatto che i mantra non possono essere paragonati alla preghiera o alla meditazione in senso biblico. I mantra sono sillabe magiche o formule occulte. Essi corrispondono in primo luogo all’Abraxas gnostico e al Sator-Arepo-Diagramma che si è conservato fino al VI e VII libro di Mosè."
Che le pratiche di yoga sin dall’inizio nell’India antica siano miste a magia e forze occulte, appare chiaramente quando si sente che i manuali tradizionali di yoga promettono all’allievo forze soprannaturali (Siddhis), durante il progresso in questo cammino.
Mircea Eliade, il grande conoscitore di yoga, scrive: "Uno yogi in India ha sempre avuto la fama di essere un Mahasiddha, come un possessore di forze occulte, un mago." Tra queste capacità vi sono: "La forza di raggiungere qualsiasi oggetto da qualsiasi distanza, la volontà irresistibile del dominio sugli elementi e il compimento dei desideri" (citazione secondo Eliade: Yoga, pag. 97).
Mediante queste capacità gli yogi fanno i cosiddetti miracoli. Nel settembre del 1974 la stampa dette notizia che a Colonia uno yogi aveva camminato a piedi nudi su carboni ardenti a mille gradi e che i suoi adepti lo avevano seguito senza che i loro piedi si bruciassero. Un altro yogi aveva fermato completamente il suo cuore per otto secondi.
Ma se le potenze alle quali gli adepti dello yoga alla fine si aprono sono potenze oscure, allora esse non potranno mai portare una soluzione, la liberazione e l’armonia, come viene invece affermato in questa dottrina. Satana è il distruttore di ogni felicità, di ogni gioia e armonia, di ogni bene; è lui che sta dietro tutti gli idoli e gli dei, ed è anche lui che sta dietro le dottrine induiste. Egli vuole mettere l’uomo sotto il suo potere per condurlo alla perdizione. Di conseguenza se uno è un cristiano fedele non può far altro che combattere con Gesù contro l’occultismo e il demonio che si presenta nello yoga.
Gesù Cristo è venuto per distruggere le opere delle tenebre e del diavolo (1 Giovanni 3:8). Egli è il Signore e il Vincitore su Satana e su tutti i demoni, sulle autorità e sui dominatori di questo mondo di tenebre e sugli spiriti del male che sono sotto il cielo (Efesini 6:12).
È dunque manifesto e chiaro che non può esistere una forma cristiana di yoga. È sconcertante che nei paesi occidentali molti usano lo yoga sotto vesti cristiane, per esempio, mettono parole cristiane e orazioni come il Padre Nostro al posto dei mantra. Ci sono perfino teologi che favoriscono questi esercizi e invitano gruppi cristiani a simili pratiche: sarebbe il cammino per ravvivare una vita di preghiera esangue. Lo yoga sarebbe una via che si potrebbe usare per la meta cristiana.
Una cosa è chiara: lo yoga e la fede cristiana si escludono a vicenda – non soltanto per il fondamento, il cammino e la meta, ma anche per il Cristo vivente con la Sua chiamata a seguirlo fino alla meta, e tutta la Parola di Dio, sono contrari alla dottrina, al cammino e alla finalità dello yoga induista.
A parte il pericolo principale che deriva da questa origine demoniaca, la dottrina dell’autoredenzione è già completamente contraria alla fede cristiana. L’uomo è peccatore e non ha assolutamente alcun potere per redimersi attraverso esercizi fisici e spirituali con i quali pensa di elevarsi sempre più in alto fino a diventare un uomo-dio.
Chi appartiene alla verità si rende intimamente conto di non essere è imprigionato nel proprio io originariamente buono, ma di vivere nella prigione del proprio peccato, e quindi di Satana, a causa della sua natura imperfetta. E proprio da questa prigione deve essere liberato. Il cristiano non cercherà mai di scoprire il suo "io divino" per raggiungere la redenzione, perché conosce già il suo proprio essere incline al male (Genesi 8:21). Egli conosce la realtà del peccato e della colpa e ha bisogno di un Redentore. L’unico Redentore è Gesù Cristo.
Gesù si è fatto uomo ed è morto per noi sulla croce per redimerci dal nostro io decaduto e sede di ogni male, dell’egoismo, della superbia e di ogni brama illecita. Per il Suo Sangue versato e il Suo atto redentore, secondo la parola "Tutto è compiuto!", Satana e il peccato sono stati vinti. In questa fede, quando il nostro uomo vecchio, quello naturale, è dato alla morte in Cristo, risorge l’uomo nuovo, l’io redento.
Soltanto Gesù, il Figlio di Dio, ha il potere di creare questo in noi. Per un vero cristiano Gesù è il grande protagonista della sua vita. Vive con Lui e segue Lui, fino alla meta per essere per sempre con Lui nel Suo Regno.
Chi realmente ama Gesù, l’Agnello di Dio, come il suo Redentore, chi ha una relazione personale con Lui, non farà esercizi dietro ai quali stanno dottrine occulte e formule magiche. Non si rivolgerà mai a forze sconosciute del cosmo e a divinità straniere, a esercizi yoga per imparare l’arte di svuotare la sua mente, perché i suoi pensieri sono rivolti a Gesù Cristo e nel silenzio si occupano di Lui e della Parola di Dio. Il cristiano non ha bisogno di esercitarsi nello yoga per escludere tutte le funzioni della sua anima, perché la sua anima vuole invece essere viva e amare Gesù, e con Lui gli uomini e tutte le creature di Dio, amando però Gesù al disopra di tutto.
E chi pensa di dover liberare il divino imprigionato in sé aprendo l’anima a tutte le forze che vengono dal basso, diventerà in questo modo prigioniero del peccato. Ecco perché un cristiano che agisce in tal modo deve riconoscere la sua colpa quando arriva sotto l’influenza di questi poteri. Per quanto riguarda lo yoga, un cristiano oggi deve scegliere fra Cristo e Beliar, perché la possibilità di unire yoga e fede cristiana non esiste.
Lo stesso vale per lo zen, la dottrina corrispondente giapponese che viene dal buddismo e si diffonde molto nell’occidente. Questa mistura è una forma di sincretismo. La Sacra Scrittura ci mostra innumerevoli esempi nei quali Dio ha punito il popolo dell’Antico Testamento con castighi durissimi quando questo ha voluto unire il Dio vivente con gli idoli, cioè con i demoni delle altre religioni. Era soprattutto questo il suo peccato, e non la mera idolatria.
Non ci si può in nessun modo scusare portando a favore dello yoga per esempio questo argomento: un Dio giusto non può escludere dalla salvezza eterna un buddista, un indù o un credente di altre religioni che cercano con sincerità di salvarsi, e quindi si può andare anche su questa "altra via". Lo sbaglio di questo argomento è il seguente: è vero che la grazia di Dio non ha limiti, ma c’è una differenza capitale tra coloro che hanno ricevuto la rivelazione del Figlio di Dio, Gesù Cristo, e coloro che non l’hanno ancora udita. Per noi cristiani vale questo: "In nessun altro nome v’è salvezza e nessun altro nome è dato agli uomini sotto il cielo per diventare beato, se non il nome di Gesù" (Atti 4:12).
Per i cristiani lo yoga è una via di apostasia che conduce alla perdizione. Per i pagani può forse essere dapprima una via falsa che il Signore può far deviare nella via vera della sua conoscenza.
La nostra redenzione è stata pagata a caro prezzo. Perciò, ogni volta che pensiamo di poter seguire, accanto a Gesù, altri dei e idoli pagani, Dio chiama noi, il Suo popolo del Nuovo Patto, redento dal sacrificio di Gesù e dal prezioso Sangue dell’Agnello di Dio: "Fino a quando zoppicherete da due parti?"
Per concludere: lo yoga non è soltanto un affare personale di vita religiosa dell’individuo, ma, come proclamato da Maharishi Mahesh Yogi, è un piano di portata mondiale: offrire la "salvezza" e la "fortuna" al mondo. La pratica dello yoga oggi mostra già i segni che questa dottrina sfocerà nella chiesa mondiale unitaria, separata da Dio, che attualmente si cerca di realizzare. Già si vedono i primi segni di questa sedicente fratellanza mondiale, religione mondiale della chiesa unitaria anticristiana, nella quale si uniscono tutte le religioni per creare la nuova cittadinanza mondiale.
Dinanzi alle grandi seduzioni della nostra epoca, l’inizio degli ultimi tempi, Gesù ci chiama: "Venite a Me, Io sono la Via, la Verità e la Vita. Chi crede in Me ha la vita eterna!"
Sì, soltanto in Lui ci sarà data la vera salvezza e la redenzione dal peccato, causa della nostra infelicità e perdizione. Un giorno Egli ci aspetterà nella gloria celeste, quando saremo trasfigurati e trasformati a Sua immagine. In quel giorno ci inviterà ad abitare eternamente nel Suo Regno. Solo Gesù ha ul piano mondiale, unico, eternamente valido. Nel Suo piano di salvezza sono inclusi non soltanto la perfezione del singolo, ma anche il rinnovamento del mondo che Egli ha creato e redento con il Suo sacrificio, e che mediante giudizio e grazia condurrà alla nuova creazione.
Però chiunque abbandona il Cristo e si rivolge ad un’altra redenzione che viene dal basso, dalle profondità dello yoga, andrà incontro alla perdizione. Sì, "quanti ti abbandonano resteranno confusi… perché hanno abbandonato la fonte di acqua viva, il Signore" (Geremia 17:13).
A coloro che abbandonano questa sorgente Gesù, il Signore e Salvatore vivente, dice: "Vieni a Me, rifiuta le potenze che vengono dal basso, prendi nella fede la forza del Mio Sangue, il Sangue dell’Agnello." In esso è presente la potenza liberatrice e vittoriosa che rompe le catene di Satana e dei suoi demoni. Essi sono vinti da Gesù Cristo che è il Signore e il Padrone.
Tuttavia, dopo il rifiuto di queste forze e dopo l’invocazione del nome vittorioso di Gesù, è necessario intraprendere una battaglia della fede perché ci saranno senz’altro delle tentazioni "ritardate". La miglior cosa è di fare questo passo con l’aiuto di altri: un uomo di Dio o un gruppo di credenti che ci saranno d’appoggio nella preghiera. È necessario di attenersi costantemente a questa certezza: La vittoria è sicura, perché Uno solo ha la potenza, Gesù Cristo, il Signore risorto e vittorioso, davanti al quale tutte le forze avverse devono cedere!

© 1999 - Autore: M. Basilea Schlink - Editore: Comunità Evangelica delle Sorelle di Maria - P.O.B. 130129 - D-64241 Darmstadt 13