venerdì 25 marzo 2011

L'Omeopatia: vera medicina o innocuo placebo?

(di Tarcisio Mezzetti)

Si parla tanto di omeopatia, ma quali sono le sue basi scientifiche? è una vera "medicina"? E' sufficiente basarsi sui risultati ottenuti o bisogna invece scoprire su quali premesse una tecnica medica funziona? Se queste premesse mancano o sono molto oscure è bene per un cristiano avventurarcisi al buio? - Tarcisio Mezzetti

Che cos'è la omeopatia? La definizione di base l'ha data il suo fondatore Samuel Hahnemann (1755-1843): "Similia similibus curantur"; ma un altro omeopata dà questa definizione: "L'omeopatia dà al paziente un rimedio che in un individuo sano darebbe gli stessi sintomi che si osservano nell'ammalato".

Per esempio supponiamo che una persona soffra di diarrea; tutti sanno che l'olio di ricino in una persona sana produce diarrea, quindi, secondo i principi dell'omeopatia bisogna curare il paziente con olio di ricino. Tuttavia è chiaro che se il povero paziente dovesse essere trattato con olio di ricino alla dose usuale rimarrebbe chiuso nel bagno per qualche settimana, perciò il rimedio deve essere diluito; e questo porta in evidenza un importantissimo elemento dell'omeopatia: il principio di diluizione. A prima vista, quindi, sembra che l'omeopata cerchi di usare la più piccola quantità di farmaco possibile, e se così fosse ci si potrebbe imbattere in un fenomeno farmacologico ben noto e scientificamente spiegabile chiamato "effetto paradosso", per cui molti farmaci a diluizione molto elevata invertono la loro azione farmacologica; per esempio la caffeina da stimolante del sistema nervoso centrale (SNC) diventa un calmante.

Nell'omeopatia le diluizioni si indicano con un numero seguito da una 'X', che indica quante volte l'originale tintura è stata diluita, normalmente con un fattore di 10. Una diluizione di "12X", comunemente usata da molti omeopati, è quindi la miscela di 1ml della tintura originale con 100.000.000.000 di ml di solvente (acqua o alcool). Molti omeopati vanno anche molto oltre. Hahnemann preferiva diluizioni "30X", una concentrazione che non permetterebbe di avere nella bottiglietta finale nemmeno la presenza di una sola molecola della sostanza originaria. Per spiegare la ragione per cui il rimedio malgrado questo funzioni bisogna dare uno sguardo ad un altro pilastro dell'omeopatia: la potenziazione o dinamizzazione; e questo ci condurrà direttamente dentro il mondo concettuale delle forze cosmiche e delle filosofie orientali. Quando un farmacista prepara un prodotto omeopatico, prima di tutto ha bisogno della tintura madre (la tintura è un estratto alcolico di qualche principio, in genere vegetale); quindi prende una goccia della tintura madre e la mescola con 9 gocce di alcool, l'agita rapidamente in una bottiglietta e adesso ha una soluzione 1: 10, o come viene chiamata di "potenza 1" (1X); poi una parte di questa soluzione viene aggiunta a 9 parti di solvente, viene agitata e si ottiene una "potenza "2", e così via. Non sarebbe più facile mescolare una goccia di tintura madre con 999.999 gocce di solvente per avere una "potenza VI"? Perché il rimedio viene preparato in gradini di diluizione di 1: 10? Perché Hahnemann era convinto che:
" ... c'è molto di più nel processo di successione che nella semplice diluizione. L'agitazione (o dinamizzazione) rilascia energie dinamiche. Ciò che il tenebroso Mesmer convoglia direttamente, Hahnemann lo facilita indirettamente: per mezzo delle mani vive dell'uomo egli "impone le mani" sui malati".

In pratica Hahnemann crede che agitando con la mano i suoi rimedi, una:"forza vitale cosmica" viene trasferita alla preparazione omeopatica; quindi si pensa che la stessa potenza che il pranoterapista convoglia direttamente attraverso le sue mani, venga convogliata indirettamente sul paziente dalla preparazione omeopatica.

Chi era Hahnemann?
Hahnemann ebbe una vita estremamente tragica; da giovane era in guerra aperta con la medicina del tempo, che praticamente curava quasi tutto togliendo il sangue al paziente; nell'età matura ebbe un grave cambiamento in peggio del proprio carattere divenendo intrattabile e iroso fino a perdere tutti gli amici e questo cambiamento di carattere ebbe effetti anche sui figli, che a loro volta vissero vite tragiche ed infelici. Il matrimonio di tre figlie finì in divorzio; due figlie furono misteriosamente assassinate; un'altra figlia mori a 30 anni; il suo unico figlio, Federico, abbandonò la moglie ed il figlio e non tornò più con loro. Uno dei suoi biografi, Fritsche, che ho citato prima, scrive nella stessa opera:

"Qui è dove puoi vedere la sapienza divina senza miti di miracoli e superstizione. Io lo guardo come un segno importante dei nostro tempo che ora Confucio sia alla nostra portata per essere letto. Presto lo abbraccerò nel regno degli spiriti felici, il benefattore dell'umanità, che ci ha mostrato la via diritta alla saggezza ed a Dio, ben 650 anni prima dell'arcientusiasta".

Il Dr. Voegeli ha scritto un articolo sul «Giornale di Omeopatia Classica», in cui parlando del meccanismo dell'omeopatia sottolinea che l'effetto delle alte potenze nell'Omeopatia è di "natura spirituale" e la sua migliore spiegazione è data dalla filosofia indù Sankya, che spiega come l'uomo non abbia solo un corpo fisico, ma anche un corpo "etereo", con uno speciale sistema di canali energetici. E' il "corpo etereo" che coordina le funzioni immunologiche ed incrementa il processo di cicatrizzazione, ed è qui che è attiva l'omeopatia.

Un altro sistema energetico - continua il Dr Voegeli - è costituito dal "corpo astrale" che controlla le risposte emozionali dell'uomo; ma il più alto piano energetico è lo "spirito umano"; il suo scopo è di svilupparsi in uno strumento ancora più perfetto per gli impulsi cosmici divini

Il fine dell'uomo è una continua evoluzione; la sua spiritualizzazione. Tuttavia, poiché una vita non è sufficiente, è logicamente necessaria la reincarnazione, che alla fine porterà alla perfezione. La filosofia orientale scorre negli scritti di molti altri autori. George Vithoulkas, nel suo libro «Homeopathy - Medicine of the New Man», scrive nella stessa vena:
"Una malattia non è soltanto il malfunzionamento di un organo, ma prima di tutto il disturbo della forza vitale che è responsabile del funzionamento dell'intero organismo".
Il Dr. J. P. Randeira (omeopata inglese) dichiara che:
"la medicina omeopatica, attraverso il processo di dinamizzazione, è in grado di ripristinare il flusso armonico delle forze vitali in ogni singola cellula del corpo umano".

Un altro omeopata esprime questo principio con un ardore quasi religioso:
"Sotto il santo atto della dinamizzazione l'energia guaritrice viene rilasciata dalle strettoie delle strutture terrene per rigenerare l'armonia nell'organismo ammalato".

Quanto il concetto omeopatico della guarigione e dell'armonia cosmica siano correlati strettamente al concetto orientale della salvezza è rivelato nel titolo di un libro sull'omeopatia «Lo Zodiaco ed i Sali della Salvezza». Questo libro descrive l'importanza dell'astrologia nell'omeopatia.

Così se si cerca nel sottobosco del linguaggio omeopatico, si troveranno sempre i fili dorati della filosofia orientale attraverso tutta la pratica moderna dell'omeopatia. Questo pone qualche problema per voi cristiani?  

Ci sono tuttavia tre tipi di omeopati:
l. Coloro che hanno demitizzato l'omeopatia e che non prescrivono rimedi molto diluiti (in genere non superiori a "6 - 12X) per essere sicuri che ancora sia presente un effetto dei farmaco. Essi non si curano del substrato filosofico e dinamizzano il rimedio secondo il modello di Hahnemann, ma ricercano un rimedio naturale senza effetti secondari (quindi cercano di sfruttare l'effetto paradosso).
2. Coloro che sono imbarazzati dalle teorie mediche di Hahnemann che sono state provate false. Vari ricercatori cercano di studiare, con l'aiuto delle più moderne tecnologie, nuove conferme per l'omeopatia. I loro sforzi sono tuttavia inquinati dal fatto che uno dei mezzi di ricerca è il pendolo radionico che rende i risultati piuttosto discutibili.
3. Coloro che credono ciecamente alle teorie di Hahnemann; le sue teorie sui "miasmi" come causa delle malattie croniche non vengono accettate più alla lettera, ma vengono comprese ed accettate come verità esoteriche. Questa categoria ammette apertamente la sua fede nell'astrologia e nelle pratiche occulte. Un gruppo particolarmente attivo in questa categoria è costituito dagli "antroposofi" (seguaci dei "mistico" esoterico Rudolf Steiner) e da molti aderenti alla omeopatia classica.
Il vostro omeopata a quale categoria appartiene?

L'effetto placebo
Riporto alcuni dati che riguardano le malattie curabili con il placebo:
l. dolori di varia origine 28%
2. mal di testa 62%
3. emicrania 32%
4. raffreddore 45%
5. nevrosi 34%
6. angina pectoris - 18%
7. disturbi dell'app. digerente 58% "
8. dolori artritici 49%
9. dolori mestruali 24%

In media circa il 30-40% dei pazienti risponde molto bene al placebo, mentre un altro 30% non mostra nessun miglioramento. Coloro che rispondono bene al placebo sono chiamati "placebo responders". Il Dr. Pfeifer scrive così:
"E' curioso, e più che una semplice coincidenza che circa la stessa percentuale di pazienti sono coloro che rispondono molto bene all'agopuntura, l'omeopatia ed altri rimedi non convenzionali".


Il Dr. Pfeifer, che si è laureato in medicina in Svizzera ed in Psichiatria negli Stati Uniti, è ora primario di medicina in una clinica psichiatrica svizzera ed è uno dei principali studiosi di medicina psicosomatica.
Medicina o fantasie "energetico-spirituali"?

E' chiaro che se una soluzione è molto diluita e si continua a diluirla un numero grande di volte si arriverà ad un livello di diluizione tale che in una data dose non sia più presente neppure una sola molecola del farmaco che all'inizio è stato disciolto nella soluzione madre. Quindi siamo in presenza di sola acqua. Tuttavia l'autore di due libri di testo di omeopatia sottolinea che a tali diluizioni: "... l'effetto curativo non è materiale, ma coinvolge qualche altro fattore - l'energia...".

Bisogna dire subito che non tutti i medici omeopati usano le alte diluizioni, tuttavia questo concetto di "forza vitale" nell'omeopatia ha trovato un orecchio molto recettivo nella medicina del New Age che come ho spiegato anche nei numeri precedenti è innamorata di manipolare "energie" invisibili. Ora, per quanto il movimento New Age l'abbia caldamente abbracciata, l'omeopatia originaria ed il suo concetto di energia solo vagamente si avvicinava all'idea di "energia universale" che ora pervade tutto il campo della medicina olistica. Quest'ultima teoria nasce da una visione mistica del mondo che presume che nella nostra intima natura, la più vera, noi abbiamo un'essenza divina e quindi siamo parte di Dio; in ultima analisi siamo Dio. L'omeopatia, d'altro canto, inizialmente era stata costruita su un fondamento forse più vicino a qualcosa che rassomigliava al peccato originale. Grossinger, ha descritto Hahnemann come un uomo che ha vissuto la sua vita da "cristiano puritano" ma, fatto molto interessante, un altro autore lo ha descritto invece come un uomo: "... molto religioso, immerso nel misticismo di Emanuel Swedenborg"

Forse le convinzioni religiose di Hahnemann, che influenzarono i suoi concetti di trattamenti omeopatici, consisteva di una miscela di pensiero biblico e "mistico". L'omeopatia infatti contiene una scomoda miscela di nozioni contraddittorie: l'importanza delle "energie vitali" (che in genere vengono associate con la "divinità" dell'uomo) e la caducità umana.

Anziché assumere che il nostro "io interiore" sia un deposito di saggezza e di perfezione, Hahnemann propose che ad un livello molto profondo, ed essenzialmente spirituale, la nostra "forza vitale" è danneggiata e distorta. Tutti noi abbiamo ereditato un unico e speciale "centro di malattia" che è destinato ad esprimersi attraverso tutta la vita in una grande varietà di modi. La sua visione ci ricorda la descrizione biblica dell'umanità caduta e soggetta ad un inevitabile decadimento a causa del peccato di Adamo.

Mentre quindi le implicazioni del sistema teologico di Hahnemann possono apparire interessanti, la validità scientifica dell'omeopatia ai fini pratici è impossibile da stabilire, perché proprio alle sue radici l'omeopatia è fondamentalmente anti-scientifica.

Il problema è che l'omeopatia classica rigetta completamente l'idea che la malattia possa essere definita, compresa e curata a livello fisico. Essa invece assume a priori che i sintomi e le malattie rappresentano tentativi del corpo di "far sfogare" dei disturbi del piano più profondamente interiore per non danneggiare organi interni più vitali.

Così, secondo l'omeopatia, gli sforzi della medicina occidentale di classificare le malattie in categorie è una colossale perdita di tempo, ed il suo sforzo di combattere i sintomi (anche una cosa così semplice, come quella di prendere un aspirina contro il mal di testa) in realtà peggiora il paziente. I suoi più grandi successi, in realtà creano i più grandi fallimenti.

Il messaggio dell'omeopatia alla medicina occidentale è, per dirla brutalmente:
«Tutto quello che sai è sbagliato!»

Richard Grossinger, nel suo libro «Planet Medicine» spiega questa prospettiva in dettaglio:
"Se la malattia visibile non è la malattia e l'alleviarla è controterapeutico, allora tutta la medicina è coinvolta in un sistema di palliativi superficiali che portano a malattie più gravi. I dottori non curano, ma semplicemente spostano i sintomi verso canali della espressione della malattia sempre meno ottimali, ognuno dei quali essi lo considerano un evento separato perché si manifesta in un nuovo organo o in una diversa regione dei corpo.
Nel frattempo la malattia viene spinta sempre più in profondità nella struttura dei paziente perché il suo modo di manifestarsi viene impedito ogni volta....

L'omeopatia condanna la scienza medica ortodossa per la folle impresa di classificare i sintomi quando la dinamica dei sintomi non riflette in nessun modo la dinamica della malattia...

Da un punto di vista omeopatico, la cura medica allopatica che viene fornita nei paesi civilizzati ha spinto la malattia verso l'interno ad un tale grado che vediamo un aumento esponenziale delle più gravi espressioni patologiche.

Il medico omeopata usa un approccio radicalmente diverso nei confronti della malattia. Egli fa scrupolosamente attenzione ai sintomi del paziente, perfino i più insignificanti, quindi si sforza di utilizzare la propria esperienza personale e l'estensivo «Repertorio Omeopatico», per trovare un rimedio specifico che produca sintomi più vicino possibili a quelli di cui soffre il paziente.

Quando viene dato in dosi estremamente diluite, il rimedio in teoria opera nell'arena della "forza vitale" per aiutare il corpo a dissipare il suo tipo di disordine. Il senso del paziente di sentirsi meglio o peggio dopo l'inizio della cura non è così importante come la successiva collezione di sintomi. Questi debbono ancora una volta essere esaminati attentamente per poter trovare il rimedio che aiuterà il corpo ad operare attraverso la successiva fase di disturbo. Non c'è cura, solo una continua successione di tipi di sintomi e di specifici rimedi.
Questo processo senza fine assomiglia vagamente alla classica psicoanalisi freudiana, in cui si assume che saranno necessari anni di lavoro con un terapista per superare i traumi subiti nella prima infanzia. Se la persona in analisi stava meglio o peggio dopo una sessione, era un fatto irrilevante purché rimanesse per l'intero trattamento di terapia. Oggi i psicoanalisti di vecchia scuola trattano solo una piccola frazione di coloro che cercano aiuto psichiatrico; una delle ragioni è che noi ci attendiamo risultati veloci, quindi anche pochi omeopati trattano i loro pazienti con il noioso metodo descritto prima. Tuttavia l'eredità culturale omeopatica elimina la possibilità di seri studi scientifici, perché di norma una terapia si valuta paragonando i risultati ottenuti tra un gruppo di pazienti trattati con quello di un gruppo di pazienti non trattati. I risultati ottenuti vengono scrutinati attentamente, pubblicati su riviste scientifiche e spesso vengono anche sfidati. Ma come è possibile paragonare un gruppo di pazienti trattati con la terapia allo studio con un gruppo di non trattati, quando le categorie delle malattie sono senza valore e non ci sono due pazienti trattati allo stesso modo e quando non si può usare lo stato fisico del paziente come una guida per giudicare il progresso della cura?
Sotto questo aspetto l'omeopatia fa venire alla mente le teorie di cospirazione che siì incontrano nella storia. In una teoria di cospirazione si dice che tutti gli avvenimenti del mondo sono mossi da un potentissimo gruppo ultra segreto (per es.: gli «Illuminati»). Qualsiasi grande evento che appare inconsistente con gli scopi della cospirazione può ancora essere spiegato in un modo che vada d'accordo con la teoria (come la ridicola storia della "memoria dell'acqua" del Dr. Benveniste, raccontata nell'articolo seguente). Così in omeopatia i precetti di Hahnemann formano un sistema chiuso che resiste a qualsiasi revisione basata su evidenza contraria; se il malato migliora, allora il trattamento funziona, se peggiora, allora il trattamento sta facendo uscire il miasma interiore. Qualsiasi risultato quindi può essere spiegato dalla teoria. In qualche caso queste spiegazioni possono naturalmente essere disastrose e condurre il paziente ad un prematuro funerale.

Cristiani e non cristiani sono attratti dall'omeopatia dalla sua enfasi sullo sforzo del corpo di curare se stesso senza pericolosi farmaci o chirurgia. Alcuni cristiani affermano entusiasticamente che l'omeopatia è la risposta di Dio all'umanesimo areligioso dell'apparato medico ufficiale. Altri invece si sentono scomodi con l'adozione altrettanto entusiastica che il New Age fa dell'omeopatia e delle idee che sostengono l'«energia universale»; infatti nell'omeopatia contemporanea si invoca spesso il concetto New Age della "mistica energia della vita" per spiegare questa tecnica.

Tuttavia dalle due parti del contendere non bisogna invocare con troppa facilità la «colpa per associazione». Il fatto che nelle scuole mediche non si parli di Dio, non significa che l'informazione scientifica non sia valida, ugualmente il fatto che il New Age abbia fatto sua l'idea dell'omeopatia, non è una ragione per l'immediato rifiuto della stessa.

Si può dare però questa linea per il discernimento; diffida di chi dice: "Tutta la scienza è sbagliata; solo io ho ragione".