Dallo scorso agosto fino ad oggi la Cina ha smerciato almeno
17.451 pillole che contengono carne disidratata di feti o di bambini.
Una partita di queste pillole, che vengono ritenute curative di ogni
male, è stata fermata dai doganieri sudcoreani pochi giorni fa. Le
pillole, come rivela AsiaNews, «provengono dal nord della Cina e
sono composte di carne di bambini morti o di feti che sono stati
tagliati a pezzi, seccati in speciali forni e poi ridotti in polvere e
mescolati con erbe per nascondere il loro contenuto. Il San Francisco Times afferma
che un test compiuto sulla polvere delle pillole ha stabilito che esse
sono composte al 99,7 % di carne umana. Il test ha potuto risalire anche
al Dna e al sesso dei bambini da cui proviene la sostanza organica».
Alcuni giornalisti sudcoreani ritengono che gli ospedali cinesi rivendano
i feti abortiti alle compagnie farmaceutiche del paese, che poi
preparano le pillole che sarebbero perfette anche per migliorare le
prestazioni sessuali. Dall’agosto scorso sono stati ben 35 i tentativi
di importare in Corea del Sud questo tipo di pillole, che sarebbe molto
ricercato dai cinesi trasferitisi in Corea.
Mentre il ministro della Sanità cinese ha mantenuto un rigoroso silenzio sull’accaduto,
tornano alla mente casi precedenti in cui la Cina ha utilizzato i feti
morti o i corpi di neonati deceduti. Nel 2006 in una discarica erano
stati ritrovati pezzi di corpi di neonati bolliti e trattati con
sostanze aromatiche. Nel 2003, riporta ancora AsiaNews, «l’ufficio di
Pubblica sicurezza del Guangdong ha cercato di bloccare notizie secondo
cui in alcuni ristoranti della provincia meridionale si cuocevano
bambini morti in zuppe per servirle a uomini d’affari di Taiwan e Hong
Kong. Secondo la polizia, la storia era stata inventata per rovinare
l’immagine del Guangdong e della Cina intera. Negli anni ’90 sempre nel
Guangdong è stato scoperto un traffico di feti da bollire per fare zuppe
da vendere come cure di bellezza e ringiovanimento».
di Leone Grotti da Tempi.it