lunedì 20 marzo 2017

Convertitevi e credete al Vangelo (Mc. 1, 15). V parte: L’eresia del sincretismo

L’eresia del sincretismo (V)

La Quaresima 2017

Il Primo comandamento di Dio suona: “Io sono il Signore, tuo Dio che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile. Non avrai altri dèi di fronte a Me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, nédi quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché Io, il Signore, tuo Dio…” (Deut. 5, 6-9).

Su questo fondamento si basanoaltri comandamenti del Decalogo e tutti comandamenti di Dio e tutta la Sacra Scrittura dell’Antico e del Nuovo Testamento. Quando gli israeliti, invece di venerare l’unico Dio – il Signore – hanno iniziato a venerare idoli pagani, venivano le guerre e altri castighi. Dietro la cosiddetta venerazione di idoli pagani, collegata con pratiche occulte, divinazione e magia, si è arrivati addirittura all’esilio babilonese. Il sincretismo con il paganesimo i profeti chiamavano l’adulterio spirituale ed appellavano al pentimento. Anche nel Nuovo Testamento l’Apostolo esprime questa verità: “Quale intesa fra Cristo Béliar, o quale collaborazione fra credente o non credente?” (2 Cor. 6, 15). Per i maghi e gli idolatri è riservato lo stagno ardente di fuoco (vedi Ap. 21, 8).

sabato 18 marzo 2017

Convertitevi e credete al Vangelo (Mc. 1, 15). IV parte: La conversione – il rapporto personale con Gesù Cristo


La conversione – il rapporto personale con Gesù Cristo (IV)

La Quaresima 2017


Se ad una persona giovane avrebbero domandato: “Vuoi essere felice?”, lei avrebbe senza dubbio risposto: “Sì!”, e in segno di approvazione avrebbe alzato due mani.

Ma quanto vuoi essere felice? Un giorno, una settimana, un’anno, 10 anni, 30 anni, intera vita fino alla morte? Vuoi essere felice anche dopo la morte?

L’uomo nel profondo dell’anima arde la felicità, ma un autentica felicità, che nessuno gliela potrà togliere. Poiché già un solo pensiero che la felicità possa finire provoca la tristezza. L’uomo cerca la felicità nei rapporti umani, nei beni temporali, in quantità di soldi, in carriera, in gloria umana, nel successo, cerca la felicità nei piaceri, nell’alcol, nelle droghe… Ma in questo la felicità non la troverà. Arrivano le delusioni, il vuoto ancora più grande, la solitudine e il dolore nell’anima. Già sant’Agostino questa sete di felicità ha espresso con parole: “Ci hai creato per Sé, o Dio, e non è tranquillo il cuore dell’uomo, finché non riposi in Te”.

Il modernismo e l’eutanasia ecclesiale. II parte

L’infallibilità del papa e realtà delle eresie. I parte