domenica 22 novembre 2015

All’origine del gender. Quelle femministe senza sesso

di Marco Respinti
Con buona pace della galassia Lgbt, la “teoria del gender” non solo esiste e fa danni, ma è documentabile, ha una storia e corre sulla bocca di certi profeti. O di certe profetesse, come la scrittrice francese Monique Wittig (1935-2003), scomparsa 80 anni fa il 13 luglio. Nella Sorbona occupata dalla contestazione del maggio 1968 fu tra le animatrici del crogiuolo da cui sorgerà il Mouvement de Libération des Femmes, un’organizzazione-ombrello che, mescolando marxismo, psicoanalisi ed ecologismo, federò il radicalismo femminista in nome del diritto alla contraccezione e all’aborto. Erano gli anni della “seconda ondata” femminista, che si caratterizzò per la forte sessualizzazione della “liberazione delle donne”.
La prima, infatti, a cavallo tra Ottocento e Novecento, era stata quella delle suffragette che puntavano tutto sull’ottenimento del diritto di voto, e le cui leader statunitensi, da Elizabeth Cady Stanton (1815-1902) a Susan B. Anthony (1820-1906), erano rigorosamente antiabortiste. La terza, invece, sorta negli anni 1990, incarna la fase postmoderna, infeudatasi subito all’offensiva Lgbt e quindi corifea della “teoria di genere”.

mercoledì 11 novembre 2015

Argentina: la storia di Manuel/Luana, transgender a 6 anni

Le principali responsabilità di tale processo di normalizzazione della devianza sessuale, secondo il dott. Paul R. McHugh, sono da attribuirsi all’amministrazione Obama, Hollywood e ai grandi mezzi di co­municazione
Dall’Argentina arriva la storia di Luana, nato Manuel, che nel 2013, a soli 6 anni, è diventato il più piccolo bambino a beneficiare della legge argentina che permette il cambio di sesso sui documenti ufficiali.
Manuel/Luana è subito diventato una bandiera ideologica per la comunità transgender, che ha utilizzato la sua triste storia, come racconta un reportage dell’Associated Press, per sollevare un ampio dibattito riguardo il modo migliore di crescere i figli che si identificano con il genere diverso da quello di nascita.
Il processo di transizione da maschio a femmina del piccolo Manuel/Luana, che oggi dichiara di essersi sempre sentito diverso dal suo fratello gemello, Elias, amante delle pistole e delle macchine telecomandate, è stato appoggiato dalla madre, Gabriela Mansilla, la quale contro il parere dei medici, che avevano consigliato una terapia di “rinforzo della mascolinità”, ha preferito intraprendere la strada del cambio di genere.