Arcivescovo Carlo Maria Viganò. Siamo al ‘redde rationem’: excursus sul Vaticano II e conseguenze
Ho letto con molto interesse il saggio di S.E. Athanasius Schneider pubblicato su LifeSiteNews lo scorso 1° Giugno, tradotto poi da Chiesa e post concilio, dal titolo Non vi è volontà divina positiva né diritto naturale per la diversità delle religioni [qui – indice approfondimenti qui]. Lo studio di Sua Eccellenza compendia, con la chiarezza che contraddistingue le parole di chi parla secondo Cristo, le obiezioni sulla presunta legittimità all’esercizio della libertà religiosa che il Concilio Vaticano II ha teorizzato contraddicendo la testimonianza della Sacra Scrittura, la voce della Tradizione e il Magistero cattolico che di entrambe è fedele custode.
Il merito di questo saggio risiede anzitutto nell’aver saputo cogliere il legame causale tra i principi enunciati o implicati dal Vaticano II e il loro conseguente e logico effetto nelle deviazioni dottrinali, morali, liturgiche e disciplinari sorte e progressivamente sviluppatesi fino ad oggi.