mercoledì 11 novembre 2015

Gender a scuola – Le favole possono nuocere alla salute

A proposito di fiabe gender a scuola, si è tenuta il 6 novembre, in un affollata chiesa di San Pio X, a Massa, organizzata dal Comitato Difendiamo i Nostri Figli, la conferenza dal titolo: “Le favole possono nuocere alla salute: istruzioni per l’uso”.

L’organizzazione di questa conferenza, è avvenuta dopo i noti fatti accaduti a Massa che hanno visto coinvolta una bimba di scuola elementare, alla quale senza alcun consenso preventivo sono state lette delle favole interpretabili alla luce della teoria gender.

L’apertura della conferenza è stata affidata all’avvocato Sonia Mannella presidente locale del comitato ”Difendiamo i nostri figli” che ha evidenziato l’importanza di spiegare ai genitori cosa stia succedendo nelle scuole del nostro territorio.

La relatrice, dottoressa Paola Biondi, ha condotto la conferenza, prendendo in esame vari aspetti del variegato e ben nascosto mondo gender, in particolar modo partendo dal presupposto che uomo e donna sono due identità ben definite, che hanno delle specifiche particolarità.

giovedì 29 ottobre 2015

Denise Shick: «Io, cresciuta con un padre transessuale, vi chiedo di non approvare le nozze gay»

Denise Shick (foto a fianco) è cresciuta negli Stati Uniti con un padre “transgender” e il 24 marzo ha raccontato alla Corte Suprema americana «l’ossessione di mio padre transessuale» e la «sua infelicità anche quando ha ottenuto ciò che pensava di desiderare». Shick è stata chiamata a raccontare la sua storia ai giudici federali e si è opposta alla legalizzazione dei matrimoni tra persone omosessuali.
«MIO PADRE NON ERA FELICE». Shick ha ricordato quando all’età di 9 anni si sentì dire da suo padre che voleva diventare una donna e di quanto «i desideri sessuali di mio padre e i suoi comportamenti fossero più che disorientanti». L’uomo, che cominciò a vestirsi e comportarsi da femmina, sua figlia lo ricorda come «un miserabile che voleva che tutti intorno a lui condividessero la sua miseria. Non ricordo un giorno in cui mi sembrò felice o che sorridesse. Risa e gioia semplicemente non facevano parte della sua vita». Come tante persone transessuali, suo padre aveva molti problemi, tra cui l’alcolismo, per cui quando era ubriaco «veniva con la sua cintura nera e spessa» e «dopo le frustrate non sapevo bene che cosa mi facesse più male, se i lividi sulla mia schiena o vederlo e sentire le sue risate maniacali dopo che aveva picchiato i suoi figli». Fu solo più tardi che «gli abusi diventarono psicologici», quando «mio padre mi disse che voleva diventare una donna». Ai giudici Shick ha ricordato la sensazione «di rigetto e di abbandono» e il desiderio «naturale» di un padre e di «un rapporto tra un vero padre e una vera madre». Ma lui sembrava non comprendere questi desideri. Ma ci fu anche un’altra cosa «che mi confuse ancora di più». Il padre le disse che ogni volta che lo avesse visto con le gambe accavallate, «saprai che in quel momento mi sto sentendo una donna». Pensiero che riaffiorava alla mente di Shick tutte le volte che vedeva un uomo in quella posizione, perché «parole come quelle non abbandonano la memoria di un bambino e hanno un impatto sulla sua vita».