martedì 26 aprile 2011

Parola di vita: Fede di Abramo

Parola di vita

Romani 4, 9-10: “La fede fu accreditata ad Abramo come giustizia. Come dunque gli fu accreditata? Quando era circonciso o quando non lo era? Non certo dopo la circoncisione, ma prima”

Su che cosa si pone l’accento?

L’accento si pone sulla giustificazione dalla fede. È detto che Abramo aveva questa fede quando non era ancora circonciso, cioè quand’era ancora pagano. In molti luoghi la Sacra Scrittura ci dà Abramo come modello di fede. La fede di Abramo è la fede salvifica, perchè lui non conosceva ancora il mistero in cui Dio diventerà uomo nella persona di Gesù Cristo e morirà sulla croce per i nostri peccati. Il pagano che non aveva la possibilità di incontrarsi con un autentico cristianesimo, può essere giustificato, se sinceramente cerca Dio, non uccide in sè la coscienza con false ideologie e meditazioni religiosi ed ha questa fede di Abramo. La circoncisione di cui si parla, era il segno dell’alleanza tra Dio e l’uomo, cioè la prova che il circonciso ha la fede salvifica. Se non ha questa fede, la stessa circoncisione non significa nulla.

La fede di Abramo sottolinea l’essenziale, cioè il rapporto personale con Dio. Come vediamo, l’essenza della santità è camminare davanti a Dio, come fece Abramo. Ciò significa che egli visse alla presenza di Dio, si rendeva conto che Lui lo vede e in tutte le situazioni si rivolgeva al Dio vivo. Non fece nessuna soluzione razionale prima di porla alla luce di Dio. Nella fede abbandonò la patria e diventò pellegrino. Nella fede accolse la promessa che sua moglie sterile nella vecchiaia gli partorirà un figlio. Con la fede è anche andato ad offrire suo figlio a Dio, perchè credeva che il Signore lo può risuscitare dai morti. Dio ha messo nel nostro essere la coscienza. Ogni uomo – pagano o credente – discerne che cos’è il bene e che cos’è il male, che cos’è la verità e che cos’è la menzogna. Se l’uomo compie il male ha il rimorso della coscienza. Se, invece, compie il bene ha la pace interiore. Ogni uomo intuisce che la morte non è la fine definitiva, e con la sua ragione può conoscere che sopra di noi c’è Dio e a Lui dobbiamo rispondere per il bene e il male che abbiamo fatto. Ogni uomo può sperimentare con se stesso e con gli altri quanta pace c’è se ci lasciamo guidare dalla regola: tutto quanto vuoi che gli uomini facciano a te, anche tu fallo a loro, e al contrario, tutto quanto vuoi che gli uomini non facciano a te, non farlo neanche te a loro. Questa regola spirituale ci indica anche lo stesso Salvatore.
L’uomo è cosciente del proprio peccato. Non può giustificarsi da sè. Uomo viene giustificato in base alla fede di Abramo, il quale crede in Dio e si china davanti al Suo mistero. Questo mistero ci fu rivelato: la nostra giustificazione è compiuta nella persona di Gesù Cristo, che è morto per i nostri peccati ed è risorto per la nostra giustificazione.

Applicazione pratica:

L’esempio per noi è la fede di Abramo che credette in Dio onnipotente. Nella preghiera, almeno per un minuto entra nella presenza di Dio dove sei cosciente che Egli ti vede. Dà a Lui tutti i tuoi peccati. Renditi conto che Egli ha creato l’universo e tutta la terra. Confessa che Gesù è morto per i tuoi peccati e che Egli ora ti giustifica. Confessa la tua fede che Gesù è veramente risorto dai morti, perché Egli è Dio.