sabato 26 marzo 2016

L’appello al “papa” Francesco al pentimento per sè e per il Vaticano

“Papa” Francesco
Domus Sanctae Marthae
Città del Vaticano
Sta per iniziare la Settimana Santa. Il Patriarcato Cattolico Bizantino si rivolge a Lei e La appella pubblicamente di compiere il pentimento per sè stesso e per il Vaticano.

Noi viviamo nel tempo in cui le strutture sovranazionali promuovono in modo pianificato l’olocausto di Europa e di tutto il pianeta. Il mezzo più importante usato a questo scopo è la propaganda dell’omosessualità – la sodomia. La Sacra Scrittura avverte davanti a questo abominio tutta l’umanità. “Così Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all’impudicizia allo stesso modo e sono andate dietro a vizi contro natura, stanno come esempio subendo le pene del fuoco eterno” (Gd. 7; vedi 2 Pt. 2, 6-8).

domenica 20 marzo 2016

Patriarca del Patriarcato Cattolico Bizantino - Il papa serve a Cristo o ad Allah?

Allah esige il sangue e teste tagliate dei discepoli di Cristo. Francesco si preoccupa che questa pratica arrivi in Europa il più presto possibile.

La Domenica, il 28 febbraio 2016, Francesco di nuovo ha appellato l’Europa alla cosiddetta distribuzione giusta degli “immigranti”. L’anno scorso i musulmani in Egitto hanno ritualmente tagliato le teste a 21 cristiano e in modo provocativo l’hanno filmato. Francesco tace nei confronti di questo, cioè lo approva. Lo stesso anno i musulmani in uguale modo hanno tagliato le teste a 30 cristiani etiopi e in modo simile anche in Libia. Tuttavia Francesco tace. L’anno scorso abbiamo commemorato il centenario del genocidio di un milione e mezzo dei cristiani armeni. Nei confronti di questo genocidio Francesco tace. Oggi avviene l’islamizzazione programmata dell’Europa accompagnata dai terratti e crimini di tutti generi. E qui il papa non tace ma vivacemente fa delle mantra ripetendo la stessa cosa: “Accogliete gli “immigranti” musulmani in Europa – in ogni parrocchia, in ogni convento e in ogni santuario!”.

lunedì 28 dicembre 2015

Christmas Urbi et Orbi message is another nail in the coffin


On 6 September 2015, “the Pope” Francis appealed for the suicide of Christianity and Europe by a regulation to accept Muslims in every parish, in every monastery and in every sanctuary. On the day of Christ’s birth he cynically continues promoting the suicide program and invites Herods and thugs to kill the living Christ in the souls of Christians in Europe.

Francis, like a true apostate from Christ, His Gospel and the whole Tradition, pulls the wool over the eyes of the Christian world telling a colossal lie and irreality about so-called blessing for both individuals and states that would adopt the programme of Islamization: May blessings in abundance reward those, whether individuals or countries, who welcome migrants and refugees.” The beginning of this “blessing” we have already seen in Paris.

domenica 22 novembre 2015

Gender: il cervello è maschio o femmina

 Il neurochirurgo Massimo Gandolfini chiarisce alcuni aspetti dell’ormai nota questione gender
dall’intervista di Anna Pelleri
Il gender, termine ormai noto ai più, è al centro di grandi dibattiti sia scientifici che culturali. Abbiamo chiesto al prof. Massimo Gandolfini, neurochirurgo, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze della Fondazione Poliambulanza di Brescia e vicepresidente nazionale dell’Associazione Scienza&Vita, di chiarire il significato e l’origine di questa ideologia e il ruolo del cervello nella definizione del genere.
Prof. Gandolfini, potrebbe ricordarci l’origine della teoria del gender? 
Dal punto di vista strettamente storico, il termine “gender” trova  la sua genesi più remota nel lavoro di Sigmund Freud, apparso nel 1920, con il titolo “Psicogenesi di un caso di omosessualità nella donna”, in cui – per la prima volta – si pone il tema della differenza fra “gender role” e “gender identity”. Sul piano dell’elaborazione culturale, l’ideologia del gender si propone a partire dagli anni ’50/’60 ed è caratterizzata da tre “ondate”, che si susseguono e si integrano fra loro.
La prima ondata: la “nurture theory”

All’origine del gender. Quelle femministe senza sesso

di Marco Respinti
Con buona pace della galassia Lgbt, la “teoria del gender” non solo esiste e fa danni, ma è documentabile, ha una storia e corre sulla bocca di certi profeti. O di certe profetesse, come la scrittrice francese Monique Wittig (1935-2003), scomparsa 80 anni fa il 13 luglio. Nella Sorbona occupata dalla contestazione del maggio 1968 fu tra le animatrici del crogiuolo da cui sorgerà il Mouvement de Libération des Femmes, un’organizzazione-ombrello che, mescolando marxismo, psicoanalisi ed ecologismo, federò il radicalismo femminista in nome del diritto alla contraccezione e all’aborto. Erano gli anni della “seconda ondata” femminista, che si caratterizzò per la forte sessualizzazione della “liberazione delle donne”.
La prima, infatti, a cavallo tra Ottocento e Novecento, era stata quella delle suffragette che puntavano tutto sull’ottenimento del diritto di voto, e le cui leader statunitensi, da Elizabeth Cady Stanton (1815-1902) a Susan B. Anthony (1820-1906), erano rigorosamente antiabortiste. La terza, invece, sorta negli anni 1990, incarna la fase postmoderna, infeudatasi subito all’offensiva Lgbt e quindi corifea della “teoria di genere”.

mercoledì 11 novembre 2015

Argentina: la storia di Manuel/Luana, transgender a 6 anni

Le principali responsabilità di tale processo di normalizzazione della devianza sessuale, secondo il dott. Paul R. McHugh, sono da attribuirsi all’amministrazione Obama, Hollywood e ai grandi mezzi di co­municazione
Dall’Argentina arriva la storia di Luana, nato Manuel, che nel 2013, a soli 6 anni, è diventato il più piccolo bambino a beneficiare della legge argentina che permette il cambio di sesso sui documenti ufficiali.
Manuel/Luana è subito diventato una bandiera ideologica per la comunità transgender, che ha utilizzato la sua triste storia, come racconta un reportage dell’Associated Press, per sollevare un ampio dibattito riguardo il modo migliore di crescere i figli che si identificano con il genere diverso da quello di nascita.
Il processo di transizione da maschio a femmina del piccolo Manuel/Luana, che oggi dichiara di essersi sempre sentito diverso dal suo fratello gemello, Elias, amante delle pistole e delle macchine telecomandate, è stato appoggiato dalla madre, Gabriela Mansilla, la quale contro il parere dei medici, che avevano consigliato una terapia di “rinforzo della mascolinità”, ha preferito intraprendere la strada del cambio di genere.