Francia e Gran Bretagna si preparano ad intervenire in Siria: una semplice analisi ragionata.
di Ricci Patrizio
I leader europei da 4 anni, dall’inizio della crisi progettata in Siria, mantengono
le stesse posizioni benché la situazione sia mutata. L’esodo in atto
delle migliaia di profughi sono la misura dell’opera di
destabilizzazione delle politiche europea messe in atto.
Le dichiarazioni rese in questi giorni dai maggiori leader europei non fanno ben sperare: il cancelliere britannico George Osborne ha affermato che (per avere) «un piano per una Siria più stabile e in pace» deve prevedere la lotta contro la «radice del problema: il malvagio regime di Bashar al-Assad e i terroristi dell’Isis».
Gli fa eco il primo ministro inglese Cameron ha la stessa ‘linea’: ‘bisogna combattere contro ISIS e contro la Siria‘.
Non dissimile è la posizione di Hollande che ha detto: ”… la soluzione non può passare dal mantenimento di Bashar al-Assad al potere in Siria. Ha sparato sul suo popolo, ha usato armi chimiche, è lui che ha rifiutato ogni discussione“.
Non dissimile è la posizione di Hollande che ha detto: ”… la soluzione non può passare dal mantenimento di Bashar al-Assad al potere in Siria. Ha sparato sul suo popolo, ha usato armi chimiche, è lui che ha rifiutato ogni discussione“.